consulenza pedagogica, educatori professionali, pedagogia professionale, supervisione

La supervisione nell’ambito di servizi di tipo pedagogico

Nell’ambito della mia attività professionale di pedagogista mi convinco sempre di più che la bassa considerazione sociale di pedagisti ed educatori – che poi si traduce in posizioni retributive basse fin oltre il limite dello scandaloso e condizioni di lavoro da schiavitù – non sia un problema normativo. O almeno, non semplicemente ed eminentemente normativo.

A mio parere uno dei problemi più grossi è la mancanza di percezione dei colleghi di concepirsi (prima di tutto) e di comunicarsi poi come professionisti, dotati di una identità professionale. Non è colpa dei singoli professionisti, è un processo che non è mai stato messo in campo seriamente: perchè l’università cammina su percorsi propri avulsi dalla realtà professionale vera, perchè le associazioni di pedagogisti ed educatori hanno seguito il modello dell’università producendo una formazione incapace di far nascere studi di consulenza, proattività, libera professione, autoimprenditorialità.
Come si esce da questo macello professionale? A mio parere se ne esce attivando spazi di autoriflessione sulla propria professione, sul senso del nostro fare educazione, e realizzando comunità di prassi.
Se ce la faremo non lo so, nel video provo a convincervi dell’importanza della supervisione, del monitoraggio e della autoformazione.



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