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La gerontocrazia e i suoi rimedi

Che società schizofrenica la nostra. Da un lato la gerontocrazia: un mondo governato da anziani che occupano gli spazi e che fanno da tappo alla possibilità di consentire ad altri, magari più giovani, di prenderne il posto, di assumere di responsabilità, di acquisire competenze (come se fossero eterni).
Potrebbero (dovrebbero!) assumere ruoli di consulenti, vice, accompagnatori, educatori, contribuire in qualche modo alla crescita della società agevolando un ricambio tra generazioni, e invece finiscono per impedirlo, il ricambio. C’è gente abbarbicata alla propria poltrona da decenni, gente che fa il presidente, il segretario, il parlamentare, l’amministratore delegato, l’amministratore di condominio da decenni. Hanno visto morire papi e re, e loro sempre lì, al proprio posto, e non gli viene in mente che così si  fa male alle organizzazioni di cui si fa parte. Salvo poi lamentarsi dell’assenza dei i giovani.

Dall’altra parte c’è uno spazio di marginalità sociale (ed è qui la schizofrenia), di anziani che vengono lasciati privi di reti relazionali, che si sentono inutili, che cadono in depressione (molte depressioni senili sono scambiate per demenze, ad esempio).
Di fronte alla prima categoria c’è poco da fare se non (da cittadini, soci, simpatizzanti) lasciar perdere le organizzazioni in questione o – per i più audaci – prepararsi ad una spallata (e sarebbe meglio scetarsi).
Alla seconda categoria invece può  dare una risposta convincente la pedagogia, aprendo spazi di comunicazione tra generazioni, superando le diffidenze reciproche, creando canali di comprensione reciproca.

La buona notizia è che qualcuno sembra essersi accorto di questo bisogno educativo diffuso. Ho trovato in rete, e ve lo ripropongo, questo progetto, finanziato da un distretto sociosanitario, denominato “Pedagogia delle città”, proprio sui temi cui ho accennato.

Uno degli intervistati ad un certo punto dice: è un pregio avere esperienza di vita, ma questa esperienza diventa delusione e frustrazione se le persone che hai intorno non ti riconoscono questa esperienza e non gli danno valore

Buona visione

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