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L’ottica dei disturbi e l’ottica dei bisogni

L’ottica dei disturbi e l’ottica dei bisogni: è questo il titolo del convengo nazionale che l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani ha convocato a Pompei per il 6 aprile 2013.



Prima parte dell’intervento di Ermanno Tarracchini

Il convegno intende definire percorsi scientifici e buone prassi nella prospettiva della centralità dell’approccio educativo a quei Bisogni Specifici di Attenzione ed Apprendimento non soddisfatti che, secondo l’approccio psicologico-clinico,  sono ritenuti dei disturbi da disattenzione e iperattività (ADHD) e disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Parliamo di bisogni anziché di disturbi perché bisogna imparare a relazionarsi con i giovani con la mente rivolta a domande come: quali sono i loro bisogni primari, quali le emozioni che guidano il loro agire e il loro modo di rapportarsi agli altri? Qual è il progetto di senso che li abita? Cosa vogliono fare? Cosa cercano di farci comprendere?
Il loro comportamento diviene molto più intelligibile quando li si osserva,  quando li si ascolta con questo spirito.

L’inquietudine, l’impulsività, l’estrema vivacità, le difficoltà di  attenzione e concentrazione, di leggere, scrivere e far di conto, il rifiuto delle regole di convivenza e dell’apprendimento che caratterizzano la presenza a scuola di molti studenti, non sono sempre i “sintomi” osservabili del “segno” di un disturbo o di una malattia. Più spesso, infatti, possono essere l’effetto non solo di biografie famigliari problematiche, svantaggi socio-culturali e linguistico-comunicativi, ma anche del loro non sapere “come fare”, della mancanza di protagonismo relazionale ed apprenditivo, di una inadeguata consapevolezza sul processi di apprendimento e, dunque, mancanza di consapevolezza sulla più efficace modalità da adottare per imparare ad imparare, per “comprendere” e per “comprendersi” nella relazione con l’ambiente sociale esterno. Persino una errata alimentazione può causare alcune problematiche di questo tipo.
Il convegno intende esplorare e proporre una soluzione educativo-pedagogica  all’insuccesso scolastico di questi bambini.


Per illustrare queste tematiche e l’approccio che intendiamo dare riporto di seguito l’intevento di Ermanno Tarracchini allo scorso convegno nazionale di Napoli dell’Apei.
Seconda parte dell’intervento di Ermanno Tarracchini

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