appello generazionale, conflitto generazionale, contributi silenti, pensioni

Un appello alla generazione di trentenni e quarantenni

Questa settimana vi propongo un terzo terzo post sul blog (mi ero ripromesso di pubblicarne un paio a settimana), che con la pedagogia non ha niente a che fare. Si tratta di un appello che ho ritenuto di realizzare qualche settimana fa, e di lanciare alla mia generazione, quella dei trentenni e dei quarantenni, quella che paga tutti i costi sociali (mancanza di lavoro, stile di vita basso, devastazione sulle pensioni, ecc) a causa dei danni che gli ha lasciato la generazione dei padri.

Se da un lato si possono introdurre dei piccoli correttivi ridando qualcosa ai giovani e togliendo qualcosa a tutti gli altri (la riforma Fornero qualcosa in questa direzione, lo ha fatto) io credo che una vera politica di rappresentanza generazionale sia quella che supera gli interessi corporativi (non voglio una nuova corporazione giovanile, un sindacato dei giovani per intenderci) e decide di mettere mano ai problemi in maniera seria  e strutturale. Si, vabbè, i costi li pagherò io. Mi può stare anche bene. Voglio però che non li paghi la generazione che viene dopo di me, quella dei miei figli.

A presto

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