Come raccontato nel precedente report sull’andamento del disegno di legge sull’istituzione delle professioni pedagogiche ed educative di educatore professionale socio-pedagogico e pedagogista, venerdì 16 febbraio era stato fissato il termine per il deposito degli emendamenti che la Commissione VII dovrà discutere e votare.
Sono stati presentati 6 emendamenti e un ordine del giorno. Potete leggere gli uni e gli altri da questo collegamento.
Una precisazione. Il provvedimento, se approvato così come è andrebbe alla firma da parte del Capo dello Stato; emendarlo ulteriormente, dopo l’importante lavoro già fatto alla Camera, che si è concluso con il voto positivo di 255 deputati e nessun contrati (appena una decina di astenuti) costituirebbe una terribile delusione di fronte ad un processo che 200.000 professionisti guardano con attenzione e speranza. Più volte ho spiegato (ad esempio qui) per quale motivo l’introduzione dell’ordine delle professioni educative in capo alle uniche due professioni con laurea nei servizi sociali e sanitari che ne sono rimaste prive è indifferibile.
Ora, la lettura degli emendamenti e il loro numero decisamente ridotto sembra comunicare una generale consapevolezza da parte di tutti della maggioranza dei gruppi parlamentari dell’importanza e dell’urgenza di questo provvedimento.
L’emendamento 1.1 e 3.2 dei senatori Versace e Gelmini (gruppo misto – componente Azione- Renew Europe) sono finalizzati ad eliminare dalle attività tipiche degli educatori professionali socio-pedagogici le attività socio-sanitarie (emendamento 1.1) e ad escludere dall’ambito di attività degli educatori professionali socio-pedagogici le attività tipiche delle professioni sanitarie. Se approvato questo emendamento produrrebbe un unicum: l’unica professione ordinistica i cui ambiti di attività vengono ricavati sulla base di quello che residua dalla competenza di altri ordini. Inoltre, l’emendamento 3.2 vorrebbe eliminare le attività di inserimento e reinserimento sociale dalle attività tipiche degli educatori professionali socio-pedagogiche. Se la preoccupazione è di chiarire che l’educatore professionale socio-pedagogico e di educatore professionale socio-sanitario non devono sovrapporsi a questo presiedono già il complesso di norme primarie sugli educatori professionali socio-pedagogici in sanità.
Il senatore Paganella (Lega) ha presentato tre emendamenti. Si tratta dell’emendamento 1.2 volto ad inserire le parole “nel rispetto dell’autonomia scolastica,” in aggiunta alla competenza del pedagogista sull’orientamento scolastico e professionale. Non si capisce in che misura la previsione della attività del pedagogista in merito all’orientamento scolastico possa andare a ledere l’autonomia scolastica, al punto di doverne precisare la limitazione posta nella normativa sull’autonomia. Molto pericolosi (per il sistema che andrebbero a disegnare) sono gli emendamenti 4.1 e 11.1 (Paganella). Questi ultimi sono volti a scorporare la professione di educatore nei servizi educativi dell’infanzia dall’ordine professionale. Questo emendamento dividerebbe per sempre l’educatore in due professioni. Con la laurea in scienze dell’educazione si accederebbe alla professione ordinistica di educatore professionale socio-pedagogico, mentre sempre con L19 (ma con indirizzo) si accederebbe ad una professione non ordinistica specifica per operare nei nidi. Sarebbe un pasticcio inenarrabile.
Infine, l’emendamento 3.1 a prima firma De Cristofaro (Gruppo misto – Componente Alternanza Verdi e sinistra) è volto a precisare ulteriormente quanto è già chiaro nel testo del disegno di legge già approvato al Senato e nella normativa previgente. Introdurrebbe il riferimento all’articolo 33-bis del Dl104/2020 laddove nel provvedimento, all’articolo 3, di precisa che l’educatore professionale socio-pedagogico opera nei servizi socio-sanitari. Il vantaggio che un tale emendamento darebbe al testo è nullo, in quanto la professione di educatore professionale socio-pedagogico è già riferita al 33 bis del dl 104/2020, che comunque non può ritenersi abrogato.
Infine, merita una segnalazione una incompressibile proposta di ordine del giorno a firma del senatore Pirondini (Movimento 5 stelle), che vorrebbe prevedere i titoli dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica come requisito di accesso all’albo. Boh.