I professionisti dell’educazione (pedagogisti ed educatori) sono tantissimi. In questo articolo ho spiegato che coloro che sono in età da lavoro e sono in possesso dei titoli di studio di laurea sono almeno 300.000 persone. Essi costituiscono l’ ossatura stessa dei servizi sociali. Sono sicuramente più degli assistenti sociali, sono più degli psicologi; probabilmente sono in numero comparabile con gli infermieri. Di certo il confronto numerico con gli educatori sanitari non ha senso, perchè si tratta di scale diverse.
Pur essendo professioni antichissime le professioni di educatore professionale socio-pedagogico, di educatore nei servizi educativi dell’infanzia e di pedagogista hanno avuto soltanto di recente un qualche riconoscimento giuridico attraverso una normazione episodica, perlopiù all’interno di leggi omnibus (L. 205/2017, art. 1, cc. 594 – 601; L. 145/2018, art. 1, c. 517; L. 104/2020, , art. 33 bis; D.Lgs 65/2017) che hanno aperto moltissimi contenziosi.
Questi interventi normativi non hanno sortito gli effetti sperati perchè hanno disegnato il quadero di una professione non ordinistica in mezzo a professioni ordinistiche. Educatori e pedagogisti sono rimasti un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Da un lato educatori e pedagogisti subiscono la pressione degli ordini professionali che operano negli stessi mercati del lavoro sociali e socio-sanitari, e dall’altra subiscono una tendenza a legittimare l’abusivismo da parte degli enti pubblici che hanno il compito di regolamentare il sistema degli accreditamenti e delle autorizzazioni.
Il tipo di riconoscimento giuridico che è oggi presente non è sufficiente. Il risultato di ciò è una condizione di continua tensione nella categoria, che determina la fuga di massa dai servizi. Ora, l’approvazione del ddl 788 andrebbe a regolamentare con un ordine in mezzo ad altri ordini professionali, le professioni di educatore e di pedagogista. Riteniamo a questo punto assolutamente necessario che venga data una regolamentazione ordinistica all’ultima professione delle politiche sociali che ne è priva.
L‘alternativa potrebbe anche esserci. Ma risiederebbe nello stravolgere il sistema delle professioni sociali, abolendo tutti gli ordini esistenti (assistenti sociali, psicologi, Tsrm e professioni sanitarie), riportando queste professioni ad una regolamentazione simile a quella che esiste attualmente per gli educatori e i pedagogisti, rendendola realmente esigibile.
Ipotesi che evidentemente non è plausibile
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2 thoughts on “Ecco perchè l’ordine professionale è l’unica soluzione ragionevole per le professioni di educatore e di pedagogista”