Il Governo Meloni, con diversi atti, sta modificando l’impianto del reddito di cittadinanza. Nella sua articolazione originaria del Rei (Reddito di inclusione sociale) e in quella che poi si è andata definendo come Reddito di cittadinanza, si trattava di misure rivolte a tutti coloro che versano in condizione di povertà. A costoro veniva garantito un reddito che consentiva la sussistenza del nucleo familiare. L’importo di uuesta provvigione veniva definito sulla base della composizione del nucleo familiare, ma spettava a tutti coloro che erano nelle condizioni di povertà, definite nella fonte normativa che istituiva la misura, il DL4/2019.
Il Governo ha smantellato questo impianto e ha istituito:
- l’assegno di inclusione, rivolto a nuclei familiari beneficiari che hanno al proprio interno anziani, persone con disabilità e minori e a coloro che pur non avendo questi requisiti, sono presi in carico dai servizi sociali. Costoro continueranno a percepire un assegno mensile rinnovabile della durata di 18 mesi, con modalità che sembrano simili al reddito di cittadinanza
- il Supporto per la formazione e il lavoro, destinato a tutti gli altri (gli “occupabili”), di importo più basso, di durata minore (sette mesi) e non rinnovabile, condizionato alla frequenza a percorsi di formazione o di altri percorsi di collocazione lavorativa
Il caos di questi giorni è dovuto al fatto che non è chiaro chi potrà essere preso in carico dai comuni e quali saranno le modalità della presa in carico. Attualmente i nuclei familiari vengono presi in carico dai comuni o dai centri per l’impiego, ma questa distinzione che determina il tipo di misure di accompagnamento che vengono loro riservate non modifica il beneficio; da questo mese in poi accade che solo coloro che sono in carico ai comuni o hanno bambini/anziani/disabili nel nucleo potranno percepire il beneficio pieno.
L’attribuzione di discrezionalità in questa fase (sia agli operatori dei centri per l’impiego che dei servizi sociali dei comuni) li esporrebbe ad un pericolo (alla certezza) di aggressioni perchè si tratta di coloro che si trovano in prima linea nel rapportarsi con l’utenza e costituirebbero l’attrattore della rabbia sociale che sta montando in questi giorni