orientamento, Orientamento di base

Orientamento di base, le frecce nella faretra dell’orientatore

In un altro articolo ho raccontato quali sono le finalità del colloquio di orientamento nelle fonti normative che ne parlano. Ma quali sono gli strumenti e i metodi su cui fondare il colloquio di orientamento “di base”?

Innanzitutto, la durata. Le attività di orientamento di base devono durare da 1 a 2 ore, per cui è facile immaginare che l’orientamento di base possa essere costituito da uno o due incontri da un’ora. Anpal ha predisposto in proposito dei materiali che vi consiglio di prendere in considerazione: il documento “L’orientamento di base e la profilazione qualitativa” e le linee guida per gli operatori. Dalle linee guida ho estrapolato la traccia del colloquio di orientamento di base che vi riporto da questo link

Come si colloca l’orientamento di base nel processo che viene innescato con l’accoglienza? L’orientamento di base viene a trovarsi a valle della sottoscrizione della did (online o assistita), comprensiva dell’aggiornamento della Sap e a monte della sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.

In questa fase il compito dell’operatore (cito direttamente dalle linee guida Anpal è

  • diagnosticare la situazione di transizione in cui la persona è impegnata, in relazione sia alle caratteristiche del compito orientativo che deve affrontare, sia alle condizioni oggettive nelle quali ha luogo la transizione;
  • analizzare il bisogno di sostegno nel fronteggiare la situazione di transizione, al fine di poter identificare le azioni/servizi più efficaci per rispondervi;
  • condividere un percorso personalizzato (orientativo, formativo, esperienziale, professionale, etc.) rispetto al quale l’utente si coinvolge (condivisione di significati) e si attiva (condivisione di strategie).

Per condividere il percorso personalizzato rispetto al quale coinvolgere l’utente e parte del quale sarà contenuto nel patto di servizio è necessario che l’operatore del centro per l’impiego abbia nel proprio armamentario un bagaglio di informazioni e di conoscenze cospicuo. Una parte importante dell’operatore dei servizi per il lavoro è l’attività di reperimento e di aggiornamento delle informazioni.

In questo articolo intendo provare a stimolare alcune riflessioni su alcuni degli strumenti che l’operatore è opportuno abbia a disposizione per condurre questa delicata attività. Innanzitutto, appare utile che l’operatore metta a disposizione dell’utente una scheda stimolo che consenta di guidare il colloquio (una scheda come questa). La persona che si è rivolta al centro per l’impiego comincerà con il raccontarsi e dal dialogo emergeranno il percorso di vita, le priorità della persona, i limiti (familiari, fisici, di salute) che guidano le scelte lavorative, le aspirazioni, i valori e le esperienze della persona che si è rivolta al servizio. Il dialogo proseguirà dunque nella definizione di un percorso di attivazione, che confluirà in tutto o in parte nel patto di servizio.

Perchè tale dialogo sia fruttuoso e ricco è necessario che l’operatore abbia un armamentario di informazioni ben ricco tale da prospettare prospettive di sviluppo professionale e di formazione.

L’armamentario dell’operatore di orientamento di base è fatto di informazioni, aggiornate su quanto offre il territorio in cui il servizio per l’impiego insiste. La dotazione minima è costituita da una scheda con tutte le offerte di formazione gratuita che sono presenti sul territorio. Di certo dove si vive è presente un Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (CPIA) e certamente di cono una o più scuole superiori che provvedono un’offerta di servizi formativi per adulti per il conseguimento del diploma. E’ indispensabile che l’operatore di orienamento abbia nella propria faretra una scheda riepilogatiga di queste proposte, assieme ad altre proposte formative gratuite che talvolta il terzo settore mette a disposizione delle comunità. Le frecce all’arco dell’operatore di orientamento non si esauriscono qui. L’operatore di orientamento dovrà restare sempre aggiornato per esempio sull’offerta di Istruzione e formazione tecnico superiore (Ifts), Istituti tecnico superiori (Its) e dei corsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP).

Un operatore di orientamento scrupoloso aggiorna tutti i martedì e i giovedì i concorsi dalla Gazzetta Ufficiale concorsi mano a mano che vengono pubblicati, e predispone, per i colloqui e per la bacheca un prospetto aggiornato con le proposte più interessanti di tipo nazionale e con quelle territorialmente più vicine al servizio nel quale opera. Un operatore di orientamento di base dovrebbe inoltre essere in grado di offrire degli elementi sul mercato del lavoro locale (ad esempio: le attività stagionali, i settori in cui c’è una maggiore domanda di lavoro, quali formazioni sono necessarie per quali lavori) e non può non essere in grado di segnalare almeno i principali portali finalizzati all’incrocio domanda – offerta di lavoro, sia di tipo istituzionale che di tipo privato.

Può essere utile approntare una scheda come questa, spuntando il servizio che si intende suggerire alla persona che si ha di fronte, in modo da mettere la persona che si ha di fronte in condizione di raggiungere autonomamente alcune risorse utili da consultare o da utilizzare una volta tornato a casa.

Nella scheda trovate citate, ad esempio, lo strumento di redazione del curriculum vitae europass dal sito dell’Unione europea, il sito del programma Garanzia Giovani, gli strumenti della Rete Eures, le attività di formazione e di volontariato per giovani all’etero, i programmi regionali, le risorse per l’autoimprenditorialità, ecc.

Articoli correlati

1 thoughts on “Orientamento di base, le frecce nella faretra dell’orientatore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *