Ho trovato davvero istruttiva una discussione su di un gruppo facebook sugli stipendi dei dipendenti pubblici.
La discussione è nata (si trattava di un gruppo sui concorsi) da un sondaggio sulla domanda: “per quale motivo fate concorsi? Cosa vi spinge a farli?”
La stragrande maggioranza delle risposte si sono concentrate sulla stabilità. La maggioranza delle persone hanno dichiarato di apprezzare dell’impiego pubblico “la sicurezza del lavoro” seguita da “le scarse opportunità a tempo indeterminato nel privato”. Terza motivazione sarebbe quella di “lavorare per il bene comune”. Inutile dire che una cosa del genere non ha nessun valore scentifico.
In pochi abbiamo cliccato come motivazione “lo stipendio corposo”. Si trattava, peraltro, di un’alternativa dichiaratamente posta così in polemica sul fatto che le retribuzioni negli enti pubblici sarebbero basse. A leggere i commenti, in effetti si è scatenata una serie di commenti che confrontano le retribuzioni di enti pubblici e privati, mostrando come le aspettative retributive nel privato sarebbero più alte che nel pubblico. In particolare il confronto tra un amministrativo diplomato in una grande azienda e un amministrativo diplomato in un ente pubblico vedrebbe il secondo percepire molto meno. Non faccio fatica a crederlo.
A parte qualcuno che dice senza mezzi termini che “lo stipendio è da fame” vanno fatte alcune considerazioni, per le quali non posso che rifarmi al mondo che conosco meglio. Mi riferisco in questa valutazione al mondo che meglio conosco che è quello degli educatori professionali e dei pedagogisti, consapevole che se si trattasse, per esempio, degli informatici il ragionamento andrebbe per molti versi invertito.
La prima è: purtroppo, non ovunque e non in qualunque settore si può confrontare veramente la retribuzione full time dei contratti del privato e del pubblico (v ho raccontato una mia esperienza qui). Per diversi motivi. Purtroppo ci sono interi settori ed aree nel paese in cui si deroga in maniera sistematica alle norme sulle assunzioni. Un educatore trova lavoro qui a Napoli al nido privato o in struttura per minori per un full time a 500 o 600 euro, e anche laddove fosse pagato per le ore effettivamente prestate potrebbe facilmente capitargli di lavorare in una assistenza scolastica 12 o 15 ore la settimana, che cubano mediamente gli stessi 500 o 600 euro di retribuzione. Difficile paragonare questo stipendio con i 1450 che spettano ad un laureato in un ente locale.
In secondo luogo, anche laddove le norme in materia di assunzioni vengono rispettata in maniera abbastanza omogenea il confronto tra “i contratti” del pubblico e “i contratti” del privato non ha senso, per cui anche questo confronto pubblico – privato è veramente difficile,
Il contratto collettivo delle cooperative sociali prevede una retribuzione per un educatore laureato del 25 – 30% più bassa. Qui non ho termini di paragone in altri contratti collettivi perchè i contratti collettivi del sociali sono mediamente la stessa cosa o anche peggio. Ovviamente sono consapevole che un pedagogista che fosse assunto – che so – in un servizio di selezione del personale di una casa farmaceutica si troverebbe una retribuzione in accesso più alta dei colleghi della cooperativa sociale e certamente a 10 anni dall’assunzione avrebbe pareggiato la retribuzione del collega che lavora nella cooperativa. Senza contare che anche tra i dipendenti pubblici c’è differenza tra funzioni centrali e locali, e tra un comune e una regione. Pertanto, ad esempio un educatore al comune e un educatore penitenziario percepiscono retribuzioni diverse tra loro
In terzo luogo, dipende dalla qualifica. I contratti del pubblico prevedono più o meno la stessa retribuzione per tutti i laureati, ma il mercato del lavoro fuori è molto differenziato, per cui se l’informatico cui facevo cenno prima in ingresso percepisce gli stessi 1450 euro dell’educatore al comune, probabilmente in una società di servizi ci metterà relativamente pochi anni per migliorare la propria retribuzione, cosa che non accade in maniera apprezzabile al suo collega del comune.
Insomma, confermo che dal mio punto di osservazione gli stipendi pubblici sono alti. Ma devo prendere atto che il mio punto di vista è davvero parziale (professioni sociali, nelle regioni del sud Italia). E quella discussione sul gruppo Facebook mi ha insegnato che difficilmente si può fare un confronto se non in maniera più circostanziata. Ad esempio: mi pongo l’obiettivo di confrontare le retribuzioni dei biologi in quel determinato ente pubblico e in una determinata azienda del contratto Aiop.