Alcuni comuni pagano nell’ambito dei capitoli di spesa legali all’assistenza all’autonomia e alla comunicazione dei servizi di assistenza materiale, realizzati con l’ausilio di personale appositamente formato (Oss e Osa). Ho più volte indicato in vari articoli questa pratica come un abuso e ho scritto in proposito anche una monografia che è reperibile da questa pagina).
La conseguenza è che, trattandosi di un servizio educativo, a norme vigenti, questo vada svolto da personale iscritto nell’albo degli educatori professionali socio-pedagogici ed ho argomentato questo per esempio in questo articoli
Una importante conferma arriva da una nota inviata dalla Prefettura di Napoli ai Comuni che insistono sull’area metropolitana (scaricabild da qui)
La nota della Prefettura prende le mosse da alcune segnalazioni che sono state fatte in merito ai servizi erogati dagli enti locali, e si pone “nell’ambito della consueta attività di monitoraggio sugli Organi politici e burocratici degli Enti locali” che compete alle prefetture.
La nota precisa pertanto, che si tratta di una spiegazione preliminare al fine di “evitare che i bilanci comunali possano gravare di impegni finanziari non attribuibili per competenza”. La Prefettura, pertanto, spiega che l’attività di assistenza scolastica si pone nell’ambito degli obblighi posti in capo ad essi dalla Legge 104 A questo punto la Prefettura spiega che tale servizio di assistenza è stato diviso in attività di assistenza di base (posta nella competenza del Ministero dell’Istruzione) e l’assistenza educatva, posta in capo ai comuni.
La nota conclude che “ne consegue pertanto, che “non è possibile allo stato, per l’ente locale, provvedere all’erogazione diretta e/o indiretta dei servizi di assistenza scolastica materiale (di base) assumendo in bilancio i relativi costi, pena l’indebita e ingiustificata distrazione di risorse comunali dalle finalità istituzionali proprie dell’ente medesimo“.
In Veneto per l’assistenza scolastica su impiegano OsS e non educatori.
Non solo in Veneto