Finalmente. Dopo richieste diffuse, il 31 luglio è stato reso pubblico il “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia”. Il documento è stato trasmesso dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’istruzione per il parere della Conferenza unificata.
Le linee guida chiedono di limitare l’interazione tra i gruppi e le sezioni per evitare la diffusione del contagio. Si prescrive infatti “di garantire la stabilità dei gruppi/sezioni e la loro continuità di relazione con le figure adulte […] evitando l’uso promiscuo degli stessi spazi [nel rispetto del principio di non intersezione tra gruppi diversi” (pag. 3)]. Ogni gruppo, pertanto, dovrà avere propri educatori e insegnanti di riferimento che non ruotano e propri spazi. Tale divisione degli spazi deve essere rispettata – ove possibile – anche nelle attività di pre e post scuola (p. 4) e anche in relazione alle attività che coinvolgono i genitori.
Qualora sia previsto che negli stessi spazi convivano diversi gruppi “gli spazi devono essere puliti prima dell’eventuale utilizzo da parte di diversi gruppi o sezioni“. Si raccomanda “una frequente e adeguata areazione degli ambienti” (p. 3).
Sempre in relazione agli spazi, fermo restando il divieto di andare a scuola o al nido per i bambini che presentano sintomi riferibili al Covid-19 o i cui familiari presentano sintomi (p. 2, p. 6) sarebbe opportuno “predisporre spazi dedicati ad ospitare bambini e/o operatori con sintomatologia sospetta” (p. 3). Inoltre, per quanto riguarda “l’utilizzo dei bagni, da parte dei bambini, dovrà essere organizzato in modo date da evitare e garantire le opportune operazioni di pulizia” (p. 3).
L’accoglienza dei bambini dovrà essere effettuata preferibilmente in un’area aperta esterna, “facendo rispettare il distanziamento tra gli adulti ed evitando assembramenti da parte degli accompagnatori”. Per quanto riguarda i percorsi di uscita, “quando possibile, i punti di ingresso devono essere differenziati dai punti di uscita” (p. 4).
Le linee guida propongono inoltre di introdurre, fermo restando i registri di presenza di educatori e bambini, “un registro delle presenze delle eventuali altre persone che accedono alla struttura“. Tali accessi, per quanto possibile, vanno limitati e programmati (ad esempio, sono proposte specifiche modalità relative all’accesso dei fornitori).
Per quanto concerne il numero di bambini per insegnante / educatore non viene previsto alcuna riduzione numerica, ma si demanda alle Regioni e ai Ministeri la facoltà di “prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni e di assegnare dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili” (p. 5). Durante i momenti di pasto, “l’utilizzo degli spazi dedicati alla refezione deve essere organizzato in modo da evitare l’affollamento dei locali ad essa destinati, a meno che le dimensioni dell’ambiente non consentano di mantenere i gruppi opportunamente separati. Sui Dispositivi di prevenzione individuale nulla si dice, se non che:
- come se non bastasse che le linee guida arrivano appena un mese e mezzo prima dell’inizio della scuola, esse rimandano ad un “protocollo di intesa tra i diversi soggetti competenti per il settore 0-6 e le Organizzazioni sindacali per garantire l’avvio e lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid – 19 (p. 7)”. Il processo di attuazione di questo documento richiede tempo. E’ difficile immaginare che nel poco tempo che intercorre tra l’emanazione di questo documento e l’inizio della scuola possa utilmente esserci anche un accordo sindacale;
- per il personale impegnato con bambini con disabilità, il Protocollo potrà prevedere ulteriori dispositivi di protezione individuale (nello specifico, l’operatore potrà usare, unitamente alla mascherina, guanti e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose” (p. 7).
Appare evidente che, se in una classe sono presenti bambini con disabilità, questa prescrizione debba considerarsi in relazione a tutti gli insegnanti e a tutti gli educatori, perchè nel nostro ordinamento l’insegnante incaricato su posto di sostegno non è assegnato all’alunno e per il benessere di tutta la classe tutti gli insegnanti devono occuparsi di tutti i bambini, compreso il bambino o il ragazzo con disabilità. Ciò vale ancora di più per gli educatori di nido, tra i quali non è previsto l’educatore “di sostegno”.
Un accenno ai bisogni dei bambini con disabilità e alle loro specifiche esigenze di socialità viene fatto “nella consapevolezza delle particolari difficoltà che le misure restrittive, per contenere i contagi, comportano per i bambini con disabilità e stante la necessità di garantire una graduale ripresa della socialità”. Pertanto “particolare attenzione e cura vanno rivolte alla realizzazione di attività inclusive ed alle misure di sicurezza per favorire il pieno coinvolgimento di tutti i bambini”.
Infine, anche per lo 0-6 come per la scuola primaria e secondaria, non viene richiesta la misurazione a scuola della temperatura corporea, restando prescritto che chi presenta sintomi non possa andare a scuola.
Quando un educatore sarà assente i bambini a lei/lui assegnati,in base al principio di non fare interagire i gruppi che cosa faranno? Verranno nominate le supplenti oppure in quel caso si adotterà il sistema dell eccezione alla regola per comodità. Ne tantomeno sarà più possibile spostare personale da altre scuole . Si è pensato a questo,perché con 37.5 anche il p. Deve stare a casa
No, non mi pare esista alcuna previsione di questo tipo
Per quanto riguarda gli esperti esterni che si occupano di progetti inseriti nell’offerta formativa ( musica, danza, inglese) cosa si prevede?
Ciao. Le linee guida non dicono nulla al riguardo. Anzi, sembrano scoraggiare l’impiego di operatori esterni