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Ricerche su nuovo Coronavirus e scuola

Coronavirus: ricerche sulle scuole

In questi mesi molte ricerche hanno cercato di misurare il rischio connesso con la diffusione della Covid – 19 in relazione alla frequenza scolastica. In questa pagina raccoglierò alcune ricerche della letteratura scientifica internazionale. Ho evitato di distorcere più possibile l’intento degli autori; pertanto i titoli sono semplicemente traduzioni dei titoli originali.
Se sei a conoscenza di qualche ricerca che ritieni interessante ti prego di segnalarmela alla mia mail gianvincenzo.nicodemo(CHIOCCIOLA)hotmail.com

Non ci sono evidenze che dimostrino l’associazione tra la scuola e la seconda ondata di Sars-Cov 2 in Italia

Durante la pandemia di Covid-19, la chiusura della scuola è stata prescritta in analogia al suo noto effetto contro la pandemia, ma non è chiaro se le scuole siano i primi amplificatori dei casi di Covid19. Analizzando il caso scenario di riapertura scolastica, i ricercatori ritengono di non aver trovato nelle ventuno regioni italiane prove che le scuole abbiano guidato la seconda ondata di SARS-CoV-2. Dal 12 settembre al 7 novembre 2020, infatti, l’incidenza di SARS-CoV-2 tra gli studenti è stata inferiore a quella della popolazione generale di tutte le regioni italiane tranne due. Dal 28 agosto al 25 ottobre in Veneto, dove la scuola ha riaperto il 14 settembre, la crescita dell’incidenza di SARS-CoV-2 misurata in tutti i gruppi di età è stata inferiore negli individui in età scolare, massima negli individui di 20-29 e 45-49 anni. Inoltre, l’aumento del numero di riproduzioni Covid19 Rt non è stato associato alle diverse date di apertura della scuola. Reciprocamente, le chiusure scolastiche in due regioni in cui sono state attuate prima di altre misure non hanno influenzato il tasso di declino della Rt. Nelle scuole, nonostante l’alta frequenza di test settimanali, le infezioni secondarie erano <1% e i cluster in una settimana rappresentativa di novembre non erano frequenti. Pertanto, la nostra analisi prospettica non supporta un ruolo della riapertura scolastica come motore della seconda ondata di epidemie di SARS-CoV-2 in Italia.
Lo studio è reperibile a questo link:

Trasmissione secondaria del Covid-19 negli ambienti di scuola e prescuola del Covid in Nord Italia nel mese di settembre 2020. Uno studio population-based

Lo studio ha preso in esame il rientro a scuola del mese di settembre 2020 nella provincia di Reggio Emilia . Lo studio ha evidenziato la presenza di un numero di casi non trascurabile, in particolare nella fascia di età 10-18 anni ( scuole medie e superiori) mentre non sono stati rilevati casi secondari nei bambini in età prescolare e molto pochi in età di scuola primaria (un caso nella scuola primaria e nessun caso secondario tra insegnanti e personale). Inoltre, lo studio segnala che “almeno nel cluster più grande da noi segnalato, un isolamento e un test più rapidi dei compagni di classe potrebbero aver ridotto la trasmissione del virus, suggerendo l’importanza della tempestività in questo contesto”.

Lo studio è reperibile a questo link

Perchè le scuole probabilmente non sono focolai del Covid- 19

I dati raccolti a livello globale hanno precedentemente dimostrato che le scuole possono riaprire in sicurezza quando la trasmissione dalla comunità è bassa. Lo studio mostra però che anche Ma anche nei luoghi in cui le infezioni della comunità erano in aumento, i focolai nelle scuole erano rari, in particolare quando venivano prese precauzioni per ridurre la trasmissione. Nello studio vengono comparati il caso della riapertura delle scuole a settembre in Italia (nel 93% dei casi, è stata segnalata una sola infezione e solo una scuola superiore aveva un gruppo di oltre 10 persone infette), il caso della seconda ondata di luglio nello stato del Victoria in Australia (anche i focolai di grandi dimensioni legati a scuole e asili nido erano rari, sebbene le scuole fossero solo parzialmente aperte. Due terzi delle 1.635 infezioni da COVID-19 nelle scuole erano limitate a un singolo caso e il 91% ha coinvolto meno di 10 persone) e negli Stati Uniti

Una descrizione dello studio è reperibile a questo link.

Infezione da SARS-CoV-2 nelle scuole primarie nella Francia del Nord. Uno studio di coorte retrospettivo.

Tra il 28 e il 30 aprile 2020, è stato condotto uno studio di coorte retrospettivo tra gli alunni, i loro genitori e parenti e il personale delle scuole primarie esposti a SARS-CoV-2 a febbraio e marzo 2020 in una città a nord di Parigi, in Francia. I partecipanti hanno completato un questionario che copriva le informazioni sociodemografiche e la storia dei sintomi recenti. Un campione di sangue è stato testato per la presenza di anticorpi anti-SARS-CoV-2 utilizzando un test basato sulla citometria a flusso. Interpretazione. Lo studio ha mostrato come nei bambini della primaria l’infezione da SARS-CoV-2 era in gran parte lieve o asintomatica e non c’era evidenza di una trasmissione in avanti dai bambini nell’ambiente scolastico.

Lo studio è reperibile al presente link

Suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 tra bambini e adolescenti rispetto agli adulti. Una revisione sistematica e una meta-analisi

Lo studio è finalizzato ad analizzare la diffusione del Sars-Cov-2 tra i bambini e gli adolescenti. Si tratta di una revisione sistematica e meta-analisi comprendente 32 studi che mostra che i bambini e gli adolescenti di età inferiore ai 20 anni hanno probabilità del 44% inferiori di infezione secondaria da SARS-CoV-2 rispetto agli adulti di età pari o superiore a 20 anni, con un aumento nella fascia 10-14 anni.

Lo studio è reperibile da questo link.

Scuole aperte, Covid-19 e mobilità di studenti e insegnanti in Svezia

Nonostante la Svezia abbia lasciato aperte le scuole e il pre-scuola, riscontriamo una bassa incidenza di sintomi gravi tra gli studenti e i bambini in età di pre-scuola durante la pandemia da SARS-CoV-2. Dei 1.95 milio di bambini e ragazzi tra gli 1 e i 16 anni di età, 15 bambini hanno riportato Covid-19 o sindrome da sindrome multi-infiammatoria sistemica (MIS-C) – o entrambi – e sono stati ricoverati in terapia intensiva

Lo studio è reperibile al presente link:

Impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia

Questi dati preliminari sottolineano come la situazione di confinamento
abbia determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni
significative a livello non solo della salute fisica ma anche di quella emozionalepsichica dei genitori e dei bambini. Aver messo in atto dei percorsi di supporto
psicologico e neuropsichiatrico alle famiglie e ai bambini, come è stato fatto dal
nostro Istituto, non solo ha fornito un aiuto nella fase acuta ma potrebbe ridurre i
rischi di sintomalogie post-traumatiche perduranti nel tempo.

Lo studio è reperibile dal presente link

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