Sono quasi sicuro che se andassimo a prendere una qualsiasi delle lezioni che la professoressa Vanna Iori teneva nella sua cattedra in Cattolica sul tema della disabilità troveremmo il riferimento alla Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità, e al principio chiave che anima quel documento e il protagonismo delle associazioni delle persone con disabilità: “niente su di noi senza di noi”. Non si intervenga (in campo normativo, politico, sociale) sui diritti delle persone con disabilità senza aver prima coinvolto le persone con disabilità.
Ora, si da il caso che la senatrice Iori nella giornata del 6 ottobre abbia convocato un conferenza stampa di presentazione di un disegno di legge sul pedagogista, l’educatore sociopedagogico e lo psicologo a scuola e abbia deciso di invitare a parlare di questa importante tematica, oltre a diversi colleghi di partito e parlamentari, due docenti universitari e il presidente dell’Ordine degli psicologi.
Qualcuno più attento si sarà chiesto: si presenta una legge su pedagogisti ed educatori, chi rappresenta alla conferenza di presentazione i professionisti dell’educazione? Non di certo il presidente della Siped, che è una società di ricercatori e studiosi, e tantomeno la presidente del Conclep, che è il coordinamento dei corsi di laurea. Forse che la senatrice Iori si sia confusa e pensi che il presidente dell’ordine degli psicologi possa rappresentare lui pedagogisti ed educatori?
Mistero.
Ad ogni modo, io non ho modo. Ma se per caso avete la possibilità di parlarci, chiedete alla professoressa Iori di intervenire presso la senatrice Iori ricordandole questo principio, che le scienze pedagogiche hanno ormai per assodato sulla disabilità. Magari potreste anche chiedere sempre alla professoressa Iori di intercedere presso la senatrice Iori per spiegarle che il principio “niente su di noi senza di noi” vale – o dovrebbe valere – per i pedagogisti e gli educatori come per le persone con disabilità.
Spiace infine notare come il mondo della pedagogia professionale stia zitto e non intervenga su quello che appare come uno schiaffo in pieno volto ad una intera categoria professionale. Evidentemente le associazioni che ci rappresentano preso atto che ai tavoli non sarebbero in grado di starci non protestano perchè non avendo nulla, niente può essere tolto loro.