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Il corso di laurea in scienze dell’educazione è in crisi?

“C’è crisi, c’è molta crisi”, diceva un indimenticabile Corrado Guzzanti che interpretava il profeta di Quelo. Ed in effetti tra i corsi di laurea ce ne sono alcuni che che sono in crisi e fanno fatica a trovare iscritti. Ad esempio, è notizia di questi giorni quella secondo cui, a fronte dell’aumento del numero di posti disponibili nei corsi di laurea istituiti per le professioni sanitarie, il numero di candidati ai test di ingresso diminuisca. Per esempio, per gli educatori professionali sanitari, il numero di domande per coprire gli 809 posti disponibili sono diminuite considerevolmente dalle 698 alle 636, ossia sono tali da lasciare vuoti il 20 dei posti disponibili fin dal giorno dei test d iingresso

Ma cosa dire dei corsi di laurea in scienze dell’educazione? Vengono scelti dai neodiplomati che si affacciano all’università?

I dati diffusi dal Ministero dell’Università mostrano che tra gli immatricolati il corso di laurea in scienze dell’educazione gode di ottima salute.

Nell’anno accademico 2022/2023 si sono immatricolati quasi 12500 persone, un numero stabile se confrontato al dato dell’anno prima, di poco superiore ai 12500, che consolida un dato stazionario sopra i 12.000 iscritti che permane dal 2020, in aumento di oltre 2000 immatricolati rispetto all’anno 2015/2016

Segue questo trend positivo il numero di laureati, che ha visto una considerevole impennata dal 2015, passati dai poco più degli 8000 del 2016 agli oltre 12.000 del 2022.

Un grande bisogno di educazione, che però vede un riscontro occupazionale ancora estremamente debole, non solo per le retribuzioni (qui l’indagine Apei sulle retribuzioni), ma anche per le condizioni di lavoro (qui l’indagine lampo sulla sicurezza degli educatori in comunità). E con sullo sfondo il processo normativo dell’istituzione degli albi degli educatori professionali socio-pedagogico e dei pedagogisti, che sarebbero una risposta anche a questo genere di problemi.

La distribuzione per università di questo importante numero di laureati è variata considerevolmente nel corso del tempo ed oggi vede un considerevole contributo da parte delle università telematiche. Nel 2021 ad esempio, la prima università per numero di laureati in scienze dell’educazione è l’Università telematica Pegaso, con oltre 2300 laureati del 12260 laureati in scienze dell’educazione del 2021, seguita dall’Università di Bergamo con 652 laureti e da un’altra telematica, l’Università E-campus. Chiudono la top five l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’Università di Milano Bicocca, con circa 500 laureti ciascuna.

L’esplosione delle telematiche è un fatto recente, che è stato accelerato fortemente dalla pandemia. Ad esempio, se si prende in considerazione il numero dei laureati L-19 di Pegaso, questo era stato più o meno stabile tra il 2011 e il 2017, per poi crescere significativamente dal 2018 per poi triplicare negli anni della pandemia

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2 thoughts on “Il corso di laurea in scienze dell’educazione è in crisi?

  1. L’Ordine Multialbo di cui si è fatto promotrice l’APEI, non solo ha creato un fronte unico in parlamento come nel territorio, ma ha aumentato la fiducia e la scelta delle nostre facoltà che, solo la grande impennata di immatricolazioni del 2017 (approvazione l. 205/17) oggi il trend è in crescita e si attesta sui 13.000 all’anno! Di contro gli educatori sanitari lasciano vuoti il 20% degli 800 posti disponibili chiaro segno di declino professionale nonostante il riconoscimento ordinistico da poco ottenuto.

  2. Pier Paolo ha detto:

    2018, come presidente di commissione in Pegaso, non avrei mai immaginato di vedere centinaia di studenti di SDE in un solo giorno.

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